La storia di Hispellum - Sito Ufficiale della manifestazione Hispellum

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La storia di HISPELLVM
il comitato scientifico racconta
HISPELLVM. Cosa accadde dal I secolo a.C. al IV d.C.

HISPELLVM da centro umbro a colonia augustea (VII secolo a.C.-14 d.C.)
Un primo villaggio, abitato da agricoltori e pastori di origine umbra, sorse sul finire del VII secolo a.C. nel settore centrale della collina ai piedi del Monte Subasio, in posizione dominante sulla Valle Umbra e con funzione di controllo di un importante tracciato viario.
 
I corredi tombali e alcuni culti attestati nel vicino santuario degli Umbri, localizzato nell'area ove sorge il complesso di Villa Fidelia (XVI secolo), attestano precoci contatti con l'ambiente volsiniese. Tra fine del IV e soprattutto dalla fine del III secolo a.C. con la realizzazione della via consolare Flaminia (220 a.C.) il centro entra nell’orbita di Roma avviando quel processo inarrestabile di integrazione culturale tra l’elemento umbro e quello romano. Risalgono a questo periodo la realizzazione di due aree pubbliche: una estesa platea terrazzata nella zona centrale del colle e un luogo di culto nella sommità. Nel corso del I secolo a.C. ad imprimere una svolta decisiva alla romanizzazione del centro, con evidenti trasformazioni sulla condizione giuridica di HISPELLVM, sul tessuto sociale e sulla forma urbana, saranno l'elezione a municipio romano nel 90 a.C. e il successivo passaggio allo status di colonia in età triumvirale (42 – 41 a.C.). Come segno di riconoscenza al contributo decisivo fornito dai veterani di Ottaviano stanziati ad HISPELLVM nella guerra di Perugia che vede contrapposti il loro ex generale e le truppe del fratello del triumviro Marco Antonio, il centro riceve ulteriori assegnazioni di terreni confiscati ai centri confinanti (Asisium e Mevania) e non (Vettona ed Arna) che si erano schierati con il partito antoniano.
 
La colonia, rifondata nella prima età augustea (27-20 a.C.), riceve, secondo la testimonianza di Plinio il Giovane per volontà dello stesso Augusto, un'ulteriore assegnazione, quella del Fonti del Clitunno ubicate nel territorio di pertinenza di Spoletium. A questo punto HISPELLVM, con un territorio di molto ingrandito, assume un'importanza primaria rispetto alle vicine città dell’Umbria controllando sia le vie d’acqua sia quelle di terra.
 
Secondo un progetto unitario che sicuramente ha visto il coinvolgimento dell'autorità pubblica HISPELLVM assume ora una nuova forma urbana in chiave monumentale e scenografica con la realizzazione dell'acquedotto e della cinta muraria, opere particolarmente impegnative sia sotto il profilo economico che progettuale, probabilmente dovute al disegno di architetti operanti presso la corte imperiale e a maestranze provenienti dall’Urbe. L'area forense, che si estende tra via della Liberazione e il cortile di S. Andrea, si arricchisce di un edificio templare sul lato meridionale; di un ulteriore edificio pubblico, una porticus, anch'esso nell'area forense, non si conosce invece l'esatta ubicazione. Contestualmente si procede alla riorganizzazione degli spazi interni e alla monumentalizzazione del santuario federale degli Umbri che assume la forma definitiva con la costruzione del teatro cui si aggiungono, a poca distanza, quella dell’anfiteatro e di un complesso termale.

Dall'età giulio-claudia all'età costantiniana (14 d.C. - 360 d.C.)
Dopo la fase augustea, per quasi tutto il I secolo d.C. si registra una pausa nell'attività edilizia pubblica. Tra il I e il II secolo d.C. nel campo dell'edilizia privata della villa suburbana in via Baldini, con impianto termale nella parte residenziale ed impianto per la produzione del vino in quella rustica. Accanto alla villa era una fornace specializzata nella produzione della cosiddetta “anfora di Spello”, un contenitore di piccole dimensioni, a fondo piatto perché utilizzato per il trasporto del vino su barche fluviali. Tra la fine del I e l'inizio del secolo successivo si collocano la costruzione di una domus nei locali dell'ex Ospedale e la stele sepolcrale di Caius Appius che militò nella XXII legione, la Primigenia Pia Fidelis. Il titolo di primipilus indica che al centurione, rivestendo il rango più elevato della centuria, spettava il privilegio della guardia dell’aquila della legione.
 
Tra la fine del II e gli inizi del III secolo, a poca distanza dalla cinta urbica, nel tratto compreso tra Porta Consolare e Porta San Sisto, e con ingresso sul ramo secondario della via Flaminia, si realizza l’imponente edificio noto come Villa dei mosaici, rinvenuto nel 2005. Dell'edificio con oltre 500 mq di tappeti musivi policromi e un ambiente con pavimentazione marmorea, si segnalano il peristilio, il triclinio, con allegorie delle stagioni e scena della mescita del vino, e un ambiente riscaldato con rivestimento parietale in stucco di pregevole fattura.
 
Tra il III e il IV secolo d.C. HISPELLVM, eletto capoluogo della regione Etruria et Umbria, stabilita da Diocleziano, continua a rivestire un ruolo di un certo prestigio rispetto alle città vicine.
 
Al IV secolo d.C., risale il Rescritto di Costantino, emanato in realtà dal figlio Costante, in risposta alla richiesta, avanzata probabilmente nel 326 dagli Hispellates a nome degli Umbri, di celebrare a Spello i riti e le relative manifestazioni ludiche. Il documento, rinvenuto nel 1733 nell'area santuariale, è una fonte preziosissima di notizie relative sia al santuario che alla città. L'intervento imperiale, non paragonabile certo per entità a quello augusteo, si concentra nel santuario che per espressa volontà dell’imperatore si arricchisce del tempio dedicato alla gens Flavia e di cui una epigrafe ricorda il nome del sacerdote del culto imperiale e pontefice della gens Flavia, Matrinius Aurelius Antoninus. Quanto alla città, in onore di Costante, riceve l'appellativo di Flavia Constans.
                                                                                                 
Sabina Guiducci
Legio XXII PPF, HISPELLVM e Roma: curiosità

La legio si distingue per essere l’unità basilare dell’esercito romano, che però era composto anche da altre componenti di fanteria e di cavalleria, costituite essenzialmente da peregrini, ossia sudditi dell’impero non provvisti della cittadinanza romana: alae, cohortes e auxilia, più altri corpi con compiti militari e logistici ancor più specifici. Certo, c’era anche la marina con le sue due flotte (classes) stanziate a Ravenna e a Miseno, e c’era poi l’affollamento nella città di Roma costituito dalle varie coorti di pretoriani, dalle coorti urbane, dalle coorti dei vigili e dalle guardie scelte dell’imperatore. Tuttavia è alle legioni che spetta il compito principale connesso alla vocazione squisitamente militare dell’impero, vale a dire le principali attività di offesa e difesa nei confronti del nemico, la penetrazione nel territorio con la creazione di accampamenti, cioè castra, permanenti oppure no, e tutto un insieme di operazioni collegate alla realizzazione di strutture funzionali all’attività bellica ma con risvolti inevitabili nella vita delle comunità cittadine: realizzazione di strade, di ponti, di acquedotti, di lunghe mura difensive, ma anche costruzione di templi, di edifici pubblici quando la manodopera “civile” non fosse stata disponibile. A tutto questo insieme (sicuramente incompleto!) di compiti vanno aggiunte mansioni di “polizia”, dal momento che non esisteva un vero e proprio corpo non militare predisposto a questa funzione.
L’elemento più caratteristico della legione sta nel fatto di essere costituita unicamente da cittadini romani, ossia da individui in possesso della cittadinanza romana e quindi iscritti nelle “liste elettorali” di Roma; non a caso la legione rappresentò a lungo l’immagine distintiva dell’Urbe stessa. Ogni legione aveva una sua propria fisionomia e, potremmo dire, un “carattere”, ma tutte quante erano organizzate secondo un modello ben preciso, con un numero di organici che si aggirava intorno alle 5000 unità per legione: tutti questi militeserano divisi per coorti e quindi per centuriae, dove un’unità di circa sessanta uomini rispondeva alle esortazioni e ai comandi impetuosi di un centurio e dei suoi aiutanti di campo. Aggiungiamo che, almeno fino a tutto il I sec. d. C., il nerbo delle legioni era reclutato tra cittadini italici: ed è proprio in questo solco che va collocata la figura di CaiusAppius Adiutor, che ci permette di collegare la florida colonia di HISPELLVM con una delle più importanti legioni dell’alto impero. L’iscrizione apposta su un’ara sepolcrale, collocata da tempo all’interno del lapidario comunale ma attualmente in restauro (CIL, XI, 5273) attesta infatti che Adiutor, iscritto nella tribù Lemonia (quindi un ispellate a pieno titolo) aveva prestato servizio come centurione primipilo (vale a dire il centurione più importante della prima coorte!) nella Legio XXII Primigenia reclutata dall’imperatore Caligola nel 39 d.C. per la campagna contro la popolazione dei Chatti, di stanza nella GermaniaSuperior, a Mogontiacum(odierna Magonza), sul limes renano, come attestano anche le numerose iscrizioni ad essa pertinenti rinvenute nella regione. Sotto Domiziano, la legione acquisisce gli appellativi di Pia Fidelis Domitiana, per attestarsi successivamente con il solo epiteto Pia Fidelis. Ancora al tempo di Aureliano, questa legione era uno dei cardini della difesa militare della provincia, sotto il signum del Capricorno, segno zodiacale dell’imperatore Caligola.

Andrea Cannucciari
La antica valle degli Umbri, un paesaggio d’acqua

Quando Roma si affaccia sull’attuale Valle Umbra per prenderne definitivamente possesso, è il 308 a.C. come ci narra la più autorevole fonte per la storia romana, Livio. La lega umbra malamente sconfitta perde probabilmente il controllo di tutto il territorio vallivo e montano già prima del 295 a.C. (battaglia di Sentino), data dell’ultima disperata resistenza degli italici all’espansione romana. Viene fondata la colonia Latina di Spoletium nel 240 a.C. con l’apporto di coloni romani ma anche di élite locali umbre. La nuova colonia inizia un lavoro di bonifica idraulica e riorganizzazione fondiaria che si protrarrà per due secoli e mezzo almeno fino ad Augusto permettendo il tracciamento al centro della Valle Umbra Sud, prima totalmente impaludata e scarsamente insediata, della Via Flaminia. Lungo questa strada prenderà presto piede un nuovo modello politico-insediativo, ossia città vere e proprie ad immagine di Roma.

 
Come sottolineato dalla archeologa Sabina Guiducci,anche Hispellum appartiene a questa fase: imponenti resti non solo del terrazzamento forense ma anche evidenze presenti sulla stessa acropoli stanno a testimoniarlo. Esiste, inoltre, la possibilità che, come rivelato da più recenti studi,le entità municipali di Fulginia e Hispellum possano appartenere ad una fase precoce della colonizzazione romana in forma diretta (prefetture), conseguente alla sottrazione a Mevania dell’intero territorio di pianura, punizione per aver fomentato la rivolta del 308 a.C. Del resto il nodo idraulico costituito da Clitunno Marroggia Topino e Chiona, di una potenza di portata che oggi stentiamo a immaginarci, doveva essere attentamente controllato e, per quanto possibile, manutenuto, e proprio in questo punto dava origine prima al Lacus Clitorius (tra Trevi e Foligno) e, subito dopo Spello, all’imponente Lacus Umber, che copriva quasi tutta la pianura almeno fino alla confluenza con il fiume Chiascio.

 
Lo studio delle centuriazioni romane succedutesi in questa valle nel tentativo, infine riuscito, di bonificare paludi e ridurre la superficie dei laghi (non certo prosciugarli in quanto risorse economiche e vie di agevole comunicazione), a beneficio dell’agricoltura e del pascolo, ha permesso di riconoscere almeno due fasi di intervento di riordino idraulico-fondiario tramite centuriazione; la prima molto antica verosimilmente ascrivibile al periodo repubblicano, e la seconda avviata in periodo triunvirale e ultimata sotto Augusto con la deduzione di un’importantissima colonia romana, che estendeva il suo controllo quasi sull’intera valle, tramite l’attribuzione di territori non finitimi, dalle Fonti del Clitunno ad Arna (enclave nel territorio di Perusia).

 
Dopo Augusto l’acqua ancora domina il paesaggio in un modo così pervasivo che ci è ora difficile immaginare il LacusUmber,cheanche al termine delle bonifiche centuriali si estendeva dal punto di confine tra Spello, Assisi e Bevagna, fino alla soglia di Torgiano, dove confluiva nel Tevere. Questo estesissimo lago doveva offrire scorci particolarmente suggestivi specialmente al tramonto,sia dalsantuario-augusteum di Villa Fidelia dedicato alla progenitrice della Gens Iulia, Venere, che dalla stessacittà di Assisi che lo dominava, come ci è noto dalla insigne testimonianzadelsuo più illustre poeta umbro,Properzio, che ne rimaneva estasiato nell’ammirarloal calar del sole dagli affacci della sua casa alle falde del monte Subasio.

Paolo Camerieri - Giuliana Galli

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