Fonti Letterarie - Hispellum 2017 Programma

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Curiosità
FONTI LETTERARIE
SPELLO ROMANA: LE FONTI LETTERARIE
Nessun autore anteriore a Strabone fornisce alcuna notizia su Hispellum: lo stesso geografo si limita ad inserire la città nel suo elenco relativo ai nomi dei centri umbri che sorgono sul lato destro della via Flaminia. Questo importante asse viario, va ricordato, realizzato dal censore Gaio Flaminio sulla base di reticoli preesistenti, rappresentava il segno tangibile della presenza di Roma nel territorio, mettendo in comunicazione l’Urbs con Ariminum e la costa adriatica. Un riferimento alla città di Hispellum nell’ambito delle manovre romane nella zona di Umbria e Picenum tra il III e il II sec. a.C. ci è fornito da Silio Italico, che tuttavia scrive in età Flavia: il nome della città compare assieme a quello di molti altri centri Umbri abitati da “populi fortes che supportarono Roma durante la seconda guerra punica. Il poeta elegiaco Sesto Properzio, pur non nominando mai Hispellum, introduce il mesto tema della tristis pertica che sottrae terreno alla sua famiglia: è un primo riferimento alle conseguenze del Bellum Perusinum, foriere tanto di disgrazie per la fazione antoniana quanto di ricompense per le città che come Spello, avevano militato per Ottaviano. Il sostegno militare fornito da Hispellum al figlio adottivo di Cesare dovette essere davvero consistente, dal momento che la nuova colonia fu premiata con l’assegnazione di buona parte dell’ager appartenuto a Perusia, a Mevania e ad Asisium che per Antonio avevano parteggiato. Questo ager adtributus si estendeva per buona parte della Valle Umbra, comprendendo a sud l’area del fiume Clitunno (a ridosso di Spoletium), come ci conferma Plinio il Giovane sottolineando che “illum locum divus Augustus donum dedit” agli Spellani; a nord, invece, si estendeva sino ad Arna (odierna Civitella d’Arna), come testimonia un noto cippo di confine. Conosciamo l’iscrizione sepolcrale di un appartenente alla legio XIII iscritto alla tribù Lemonia che si definisce evocatus, quindi appartenente a quella categoria di veterani che venivano richiamati in servizio con incarichi di vario genere. Dal municipio di Vettona proviene inoltre un titulus sepolcrale relativo ad un aquilifer, realizzato con il lapis Hispellas e secondo una modalità di lavorazione del supporto tipica dell’area di Spello, Asisium e Urvinium Hortense; la presenza accertata di cittadini romani ascritti alla tribù Lemonia nell’area tra Bettona e Torgiano non fa che confermare, congiuntamente all’iscrizione del militare appena citata, l’ipotesi di una serie di assegnazioni viritane ai legionari in congedo tra la fine del Bellum Perusinum e l’ultima deduzione coloniale ad Hispellum. Del Bellum Perusinum e delle sue conseguenze sulla ripartizione del territorio in precedenza appartenuto a Perugia e alle città sue alleate ci parlano sia Appiano che Dione Cassio: mentre il primo si limita ad illustrare le modalità del conflitto, il secondo ci informa che l’ager  di pertinenza dei Perugini fu considerevolmente ridotto dal vincitore,  tanto da risultare esteso “ non   più di sette stadi e mezzo di terra",  vale a dire con un raggio di circa un chilometro e mezzo appena. Notizie  dettagliate relative alla centuriazione del territorio della colonia  ispellate ci giungono sia da Igino Gromatico, che ne prende a modello i parametri per l’assegnazione di ager adtributus, che dalLiber Coloniarum, che definisce i criteri diadsignatio per l’Ager Spellatinus in base alla Lex Aelia.  È soprattutto grazie al testo di Igino che siamo in grado di  comprendere le conseguenze dell’ampliamento del territorio di pertinenza  ispellate a seguito del Bellum Perusinum; il passo di Igino è di estrema rilevanza per l’intellegibilità dell’adsignatio  di età triumvirale-augustea, anche perché è accompagnato da  un’illustrazione della colonia romana, la più antica in nostro possesso:  Hispellum ci appare come una città circondata da mura  intervallate da sette torri merlate, e la centuriazione del territorio è  visibile a sud-ovest, mentre a nord-ovest è schematicamente  rappresentato un fl(umen) finitimum. Quest’ultimo è da identificare con il fosso Renaro, che ancora ai nostri giorni segna il confine con il territorio di Assisi
Augusto ascrisse gli abitanti della colonia di Hispellum alla tribù Lemonia e alla Regio VI, una ripartizione territoriale comprendente parte delle odierne regioni di Umbria e Marche, secondo la testimonianza di Plinio il Vecchio che si riferisce ad Hispellum come ad uno dei centri interni dell’Umbria assieme a Tuder (odierna Todi). La città, come sappiamo dal ben noto Rescritto di Costantino agli Umbri, cambiò il proprio nome in Flavia Constans alla fine del regno di Costantino o all’inizio di quello del figlio Costante; sporadiche e poco  dettagliate notizie parlano della distruzione della città da parte dei Longobardi nel 571 d.C., dopodiché Hispellum  entrò nell’orbita del Granducato di Spoleto. Tra le curiosità  letterarie, vale la pena ricordare il riferimento moderno dell’umanista Gabino Leto, riportato da Taddeo Donnola nella sua “Apologia",  alle origini del nome Spello, che sarebbe da ricondurre ad Ispeo  Pelisio, uno dei tanti compagni di Enea: è invece assai probabile cheHispellum non sia altro che la latinizzazione di un nome umbro, di etimologia sconosciuta

(Andrea Cannucciari)
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