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Porta Urbica
La porta si apre lungo l’allineamento delle mura, nel tratto meridionale della cinta, tra Porta Consolare e Porta Venere, rispetto alle quali, entrambe monumentali con cortile interno (cavaedium), è del tipo più semplice. La struttura, in opera quadrata di calcare bianco locale, è ad un solo fornice con arco decorato da archivolto poggiante su una piccola mensola parzialmente conservata. L’arco, fiancheggiato da due pilastri tuscanici, è sormontato da un fregio liscio compreso tra due cornici leggermente aggettanti e coronato da timpano in cui, nel 1815 è stata collocata un’epigrafe con alcuni versi della V elegia di Sesto Properzio. Murata per ragioni di sicurezza nel medioevo, la porta è stata riaperta al transito pedonale negli anni Sessanta del secolo scorso.

A destra della porta, in alto sulle mura, si trovano il cosiddetto “segno” di Orlando, recentemente interpretato come un caposaldo agrimensorio della centuriazione romana e un lungo distico inciso nel 1635 in ricordo del passaggio in città del paladino Orlando. A sinistra della porta, sporgente dalla linea delle mura e sostenuta da beccatelli, si trova una casella in laterizio, costruita a difesa della porta.
(Sabina Guiducci)
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